La nostra scuola

La nostra scuola – Elvira Marinelli, collaboratrice di Fondazione San Zeno per il progetto Biblioteca Vivente a Scuola

Come insegnante ed educatrice ho colto quest’anno, ancor più che negli anni scorsi, alcuni evidenti segni della crisi che già da molto tempo sta vivendo la scuola. Crisi degli studenti e dei docenti, che sia pur da diverse prospettive, per diverse istanze e con diverse modalità manifestano sempre più spesso disagio e disorientamento.

Dagli incontri con gli studenti è emerso che la scuola è sempre meno capace di mettere il dialogo e l’ascolto di ragazze e ragazzi al primo posto e sempre meno si configura per loro come luogo dove conoscersi e scoprire qualcosa di se stessi.

Gli studenti sentono spesso la scuola come un luogo estraneo, autoreferenziale, dove non comprendono il senso della fatica loro richiesta per lo studio. Fanno capire che avrebbero l’esigenza di incontrare adulti coerenti che credono in ciò che fanno, adulti che li sappiano coinvolgere e li rendano protagonisti. Desiderano che le classi siano contesti dove si genera e si costruisce pensiero, dove non si discrimina e non si esclude, dove insieme si affrontano gli stereotipi e i pregiudizi che rendono difficili le relazioni, dove ci si ascolta e si impara gli uni dagli altri.

Dal loro canto i docenti lamentano un continuo aggravio di impegni burocratici, classi troppo numerose, sempre più complesse e sempre meno impegnate, disorganizzazione scolastica e mancanza di mezzi e spazi, non sembrano inoltre rendersi conto che è troppo poco il tempo scuola dedicato all’ascolto e al confronto e troppo quello impiegato in lezioni frontali e interrogazioni, e quindi quanto di meno adatto al coinvolgimento dei giovani e alla costruzione delle conoscenze.

Credo che i docenti siano molto legati alla loro libertà di insegnamento e non accettino facilmente, quando addirittura non lo rifiutano totalmente, di essere valutati e giudicati, ma sembrano non rendersi conto che i problemi della scuola, problemi che loro stessi hanno, si possono affrontare solo attraverso relazioni di confronto e collaborazione tra docenti, tra docenti e studenti, tra docenti e componenti del territorio, dalle famiglie, alle istituzioni e alle altre agenzie educative, in un processo continuo di autoverifica, autoformazione e mettendo in circolo le buone pratiche, da qualsiasi parte siano proposte.